Rimpianto di tifosi e fantallenatori, il ritorno alla Juventus di Pogba è stato un fiasco totale. L'infortunio e poi la squalifica hanno segnato il suo secondo addio alla Vecchia Signora, come raccontato dal centrocampista in una lunga intervista concessa ai microfoni di GQ France. Di seguito uno stralcio delle sue parole.
Juventus, le parole dell'ex Pogba
"La squalifica? Se mi fossi preso quattro anni, avrei smesso. Mi hanno dato la pena massima, non hanno ascoltato. Tutto questo mi ha fatto cambiare. È stato come una pulizia completa. Ho nascosto la squalifica alla mia famiglia. Nemmeno mia moglie lo sapeva. Quando tornavo a casa recitavo la parte del marito e del padre. Ma dentro mi stava consumando.
Provavo a concentrarmi sul campo, ma era troppo. Il calcio rappresentava solo due ore al giorno di libertà. Quando finivano, tornava tutto. Portavo i miei figli a scuola, accanto al campo d’allenamento. Soffrivo troppo.
La prima volta alla Juve? Quando sono arrivato in Italia, mi chiamavano Balotelli. Avevo già il mohawk, le tinte, i balli celebrativi, ma anche i movimenti tecnici e tutto ciò che ne consegue. È la mia personalità, ho imparato il calcio così, per strada. In quella squadra, c'era spazio per esprimermi in modo diverso".