E' andata in archivio la 31ª giornata della Serie A Enilive 2024/2025. Questo il punto con tutte le info sottolineate dalla Lega.

Il Genoa supera di misura l’Udinese con una prestazione solida e autoritaria, confermandosi una delle forze casalinghe più affidabili del campionato. A decidere l’incontro è un gol di Zanoli nella ripresa, il terzo in Serie A per il terzino – tutti siglati a Marassi, due con la Sampdoria e uno col Grifone. I rossoblù salgono a sei risultati utili interni consecutivi, producendo sette tiri nello specchio nell’arco dei novanta minuti, dato mai eguagliato in stagione se si esclude il match con la Roma di settembre. L’Udinese, al contrario, incassa la terza sconfitta di fila e un primo tempo da dimenticare, con un solo tiro tentato, minimo stagionale. Non bastano le sei parate di Okoye, il cui muro cede sotto l’intensità offensiva dei liguri.

Monza, nel derby lombardo, i padroni di casa partono forte con il gol-lampo di Dany Mota – tornato a segnare dopo 166 giorni e ora miglior marcatore del club in A con 14 reti – ma vengono travolti dalla rimonta del ComoIkoné firma il pari e Diao la ribalta con la sesta rete del 2025 (nessuno ha fatto meglio nel nuovo anno solare a parte Retegui), diventando a 19 anni uno dei tre africani più giovani a raggiungere almeno cinque gol in Serie A. Vojvoda chiude i conti con uno splendido diagonale da fuori. I brianzoli incassano la nona sconfitta nelle ultime undici e restano a quota due vittorie in 31 giornate: una condanna statistica, visto che nessuna squadra con questo rendimento si è mai salvata nell’era dei tre punti. Al contrario, il Como coglie la terza vittoria fuori casa della stagione e sale a +9 sulla zona salvezza.

Al Tardini, il Parma rimonta la capolista da uno svantaggio di 0-2 e strappa un pari prezioso all’Inter in un finale di match palpitante e ad alta intensità. I nerazzurri partono forte e sembrano in controllo dopo i gol di Darmian e Thuram (14° centro stagionale, non segnava dal 19 gennaio), ma subiscono il ritorno dei padroni di casa che nella ripresa trovano la via della rete con Bernabé e Ondrejka, entrambi al primo gol in Serie A. Il Parma, per la prima volta dal settembre 2024, ribalta un doppio svantaggio, confermando di aver ritrovato spirito e compattezza sotto la guida di Chivu. Per l’Inter, è il secondo pari subito dopo un vantaggio di due gol (dopo il 4-4 con la Juve) e la quinta trasferta nelle ultime sei senza vittoria. I crociati, invece, arrivano al quarto pareggio di fila, segnale di stabilità e crescita.

A San Siro, Milan e Fiorentina si sfidano in una partita spettacolare e ricca di colpi di scena. I viola volano sullo 0-2 nei primi 10 minuti grazie all’autogol di Thiaw – per i gigliati la rete più veloce contro i rossoneri dal 1998 con Batistuta – e al 22° centro stagionale di Kean, miglior marcatore della Fiorentina dai tempi di Gilardino. I rossoneri di Conceição, disattenti in avvio – otto gol subiti nei primi 10 minuti in stagione, come non accadeva dal ’49 – mostrano però una grande capacità di reagire e ribaltare le sorti dei match: Abraham accorcia di prepotenza (seconda stagione in doppia cifra in Italia per l’inglese) e Jović completa la rimonta con il secondo sigillo personale di fila. Un insuperabile De Gea e uno strepitoso Maignan tengono in bilico il risultato fino alla fine con una serie ravvicinata di interventi decisivi e al triplice fischio Milan e Fiorentina si portano a casa un punto a testa. I rossoneri salgono a quota 16 punti conquistati da situazione di svantaggio, primato condiviso con il Bologna.

Al Via del Mare, Lecce e Venezia si dividono la posta in palio in uno scontro salvezza che lascia entrambe le squadre con l’amaro in bocca. I lagunari passano avanti grazie a una sfortunata autorete di Gallo, ma i salentini reagiscono con forza e trovano il pari con un colpo di testa di Baschirotto, alla quarta rete in carriera in Serie A, tutte segnate con questo fondamentale. Helgason, ancora ispirato, firma il terzo assist nelle ultime otto presenze. I giallorossi interrompono così una striscia di cinque sconfitte consecutive, tirando fuori una prestazione propositiva: 23 tiri totali, un dato che non si vedeva da oltre un anno. Il Venezia, al terzo pari esterno consecutivo, continua invece a subire nella ripresa, dove ha incassato tutte le ultime 11 reti.

Empoli, lo 0-0 contro il Cagliari rischia di avere un peso diverso per le due squadre: i toscani restano inchiodati al terzultimo posto a quota 24, mentre i sardi, con i loro 30 punti, si tengono a distanza dalla zona rossa. I padroni di casa mettono fine a una serie di cinque mesi senza clean sheet – l’ultimo risaliva al 4 novembre – ma allungano a 16 la striscia di gare senza vittorie, eguagliando il peggior dato della loro storia in A. L’attacco continua ad avere qualche difficoltà: solo 5 gol segnati in 15 gare casalinghe, come soltanto il Mantova del ’68 in tutta la storia del massimo campionato italiano. Il Cagliari, dal canto suo, blinda ancora la porta – è il secondo clean sheet consecutivo con Nicola in panchina – ma fatica a sbloccarsi nei primi tempi, restando a secco di gol per la 22° volta in stagione: solo Genoa (25) e Lecce (23) hanno fatto peggio in questa statistica.

Succede tutto in pochi istanti nella ripresa all’Olimpico Grande Torino, dove Torino e Verona si spartiscono un punto che muove la classifica, ma lascia spazio a rimpianti. Ché Adams ha sul piede l’occasione per sbloccare la gara dal dischetto, ma Montipò lo ipnotizza firmando il suo quinto rigore parato in A. Poco dopo, Sarr sblocca per l’Hellas con la sua quarta rete stagionale – tutte in trasferta – ma il vantaggio dura poco: ci pensa Elmas a riportare l’equilibrio con il suo quarto gol in sette presenze granata: meglio di lui dal `95 a oggi solo Iago Falque (cinque, nel 2016/17) e Sanabria (cinque, nel 2020/21). I veneti allungano a tre i risultati utili consecutivi, mentre il Torino trova ancora il gol in casa, per la sesta volta di fila, ma resta con il rammarico per non aver portato a casa i tre punti.

Al Gewiss Stadium basta una zampata di Isaksen per decidere il match in favore della Lazio, che si impone 1-0 su un’Atalanta in difficoltà. Il danese, entrato dalla panchina, sfrutta l’assist di Dele-Bashiru – alla prima rifinitura in A – e trafigge Carnesecchi con freddezza, confermando la straordinaria capacità dei biancocelesti di incidere con i cambi: ben 16 i gol firmati da subentrati in stagione, sei in più di ogni altra squadra. Baroni, che aveva rivoluzionato l’undici iniziale con sette cambi rispetto alla gara precedente (record stagionale del club), trova un successo che rilancia la Lazio nella lotta al quarto posto. Dall’altra parte, l’Atalanta non riesce a ripartire: terza sconfitta consecutiva senza segnare, evento inedito nell’era Gasperini, e quarto match casalingo di fila senza reti, una sterilità che a Bergamo non si vedeva dal 2004.

All’Olimpico va in scena una sfida a ritmi alti tra Roma e Juventus che si chiude sull’1-1, un pareggio che lascia tutto aperto nella lotta europea. I bianconeri colpiscono per primi con una magia al volo di Locatelli, diventato il terzo centrocampista juventino a segnare più di un gol in trasferta contro la Roma nell’era dei tre punti dopo Diego (due) e Nedved (tre). La squadra di Ranieri non ci sta e, dopo l’intervallo, pareggia con Shomurodov, letale sotto porta e sempre più incisivo da subentrato: 10 reti dalla panchina dal 2020/21, terzo solo a Lautaro e Pedro. Per la Roma arriva il 15° risultato utile consecutivo in campionato, mentre la Juve – ora a 14 pareggi stagionali, nessuno ne ha di più nei top-5 campionati – conferma la solidità del nuovo corso con Tudor, capace di portare via 4 punti nei suoi primi due match in panchina.

Nel posticipo del Dall’Ara, Napoli e Bologna ottengono un pareggio che pesa soprattutto per i partenopei, incapaci di sfruttare l’occasione per accorciare sulla vetta. Illusi dal guizzo di Zambo Anguissa – al sesto gol in stagione, più di quanti ne avesse mai segnati nei precedenti nove anni nei top-5 campionati – gli uomini di Conte subiscono nella ripresa il pareggio di Ndoye, inarrestabile tra le mura amiche: quarta gara di fila a segno al Dall’Ara, otto partecipazioni totali a gol (cinque reti e tre assist) da inizio febbraio, più di chiunque altro in Serie A. Il Napoli rallenta ancora la corsa: solo due vittorie nelle ultime nove e quattro pareggi nelle ultime cinque trasferte, restando così a -3 dall’Inter capolista. Per il Bologna, invece, continua il momento positivo in casa, con la squadra di Italiano a segno in 12 partite interne consecutive di campionato, una striscia che non si vedeva dal lontano 1975.