Dopo il Milan non poteva mancare Bologna. L’annata che vuole assomigliare a quella incredibile di trentacinque anni fa sembra ripercorrere tappe e segnali rassomiglianti. In disordine, o in un ordine sparso che va letto frangente per frangente. Aver battuto i rossoneri al Napoli è servito per ritrovarsi dentro la sofferenza di una fase che poco a poco sembra essere messa alle spalle. Tuttavia gli azzurri non hanno ancora il pieno controllo della gara.
Non può essere così, alla luce di un equilibrio tattico che ormai pare non voler fare a meno di quel margine minimo che è un’incollatura fatta di disposizione alla lotta, nella maniera più serrata possibile. Un calendario messosi di traverso rispetto a cattive sequenze di partite difficili e una serie di infortuni hanno rallentato il Napoli. Paradossalmente, però, negli appuntamenti più scontati e imprevisti al tempo stesso. Laddove Como e Venezia hanno significato un punto su 6 rispetto a quelli conquistati in gare molto più impegnative.
Adesso che il ‘non si può più sbagliare’ impone repentino e incontestabile una rincorsa possibile e complicata al tempo stesso, Antonio Conte sta ritrovando quell’organico in cui Anguissa e Spinazzola sono gli unici a fare da voce esitante all’appello che ha ritrovato Neres, Olivera e un resto di tutto che è mancato troppo a lungo per un organico che non è abbastanza ampio per poter sopperire a certe assenze.
I bolognesi sono il quarto attacco e la settima difesa del torneo. Insieme alla Roma sono l’undici che meglio ha reso tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. Oltre che difendersi dalla pressione delle squadre che spingono per riguadagnare la quarta posizione, Italiano avrebbe addirittura la possibilità di attaccare e superare la terza piazza, considerando i risultati degli scontri diretti Atalanta-Lazio e Roma-Juventus in cui i bergamaschi sono caduti in casa e giallorossi e bianconeri hanno pareggiato.
Bologna-Napoli, una partita che rievoca ricordi meravigliosi per gli azzurri, ma che mette i partenopei davanti a una tra le squadre più in forma della Serie A. 6 successi consecutivi, semifinale di andata di Coppa Italia compresa. Gli uomini di Italiano stanno migliorando il rendimento della scorsa stagione, maturando all’ombra di un lavoro che ha consegnato al campionato una squadra molto difficile da affrontare.
La trasferta romagnola è la prova ultima e prima per il Napoli all’inseguimento della capolista. Quei tre punti da recuperare passano per una vittoria obbligata il cui raggiungimento avrebbe un peso specifico molto significativo, al di là dei valori numerici di una classifica che, considerando il pareggio a Parma dell’Inter, in caso di successo al Dall’Ara piazzerebbe gli azzurri a un punto dalla vetta. Vincere su un campo così ostico rappresenterebbe pure un segnale mentale importante.
Bologna è l’ultima sfida con una squadra della parte sinistra della graduatoria e, calendario alla mano (benché questo aspetto si sia dimostrato più volte sconfessabile), il Napoli avrebbe nelle ultime 7 giornate avversari sulla carta abbordabili. Sia pur molti dei quali impegnati nella lotta per non retrocedere. Ma restano ipotesi e possibilità che proprio quel ricordo di tanti anni fa ridimensiona a chiacchiere. Che in quella giornata bolognese regalarono un sogno realizzato grazie a cadute impreviste. C’è solo da giocare.