Yann Bisseck, difensore dell‘Inter, ha parlato della sua stagione nel corso di un’intervista concessa a Sport Bild in cui ha raccontato il suo percorso di crescita.

 

Intervista a Bisseck

Debutto? “Non avrei mai potuto immaginare di debuttare in Bundesliga a 16 anni, ho avuto anche un po’ di fortuna, perché in quel periodo al club c’erano diversi giocatori infortunati”.

Potevi lasciare il calcio? “Pochissimo. In Portogallo si diceva inizialmente che si puntava su giovani giocatori che non trovavano spazio nella loro lega. Poi, a un certo punto, il corso è cambiato, era il mio terzo prestito e non era andato bene. Il mio piano era stare a Berlino con un compagno di squadra e studiare medicina. Poi, all’improvviso, mi scrisse il padre del mio compagno di squadra Noah Holm in Portogallo: David Nielsen. Era l’allenatore del Aarhus e voleva prendermi. Aveva sentito dal figlio che avevo del potenziale. Io ero lì e pensavo: “Cosa ci faccio in Danimarca?” All’inizio pensavo che da lì non sarei mai più uscito, ma poi cambiai subito atteggiamento: questa è la mia ultima chance, ci provo. A posteriori, è stata la migliore decisione della mia vita! Nel secondo anno arrivò anche Uwe Rösler (ex giocatore e allenatore tedesco), con cui andò molto bene”.


Under 21? “Gli sono molto grato per avermi convocato, nonostante avessi giocato “solo” in Danimarca. Sono stato convocato per la prima volta come sostituto e avevo altri piani: vacanze, la mia ragazza. Ma quando la nazionale mi ha chiamato, è stato chiaro che sarei partito subito”.

Ci sono stati contatti con Nagelsmann? “Quando ho sentito “Ciao, Julian Nagelsmann qui” al telefono, sono state emozioni incredibili. Un po’ come dire: “Incredibile! Il commissario tecnico conosce il mio nome!” È una cosa enorme, sono molto felice per questo. Adesso sono sulla strada giusta, ma sono lontano dal dire: “Avrei dovuto essere convocato.” Nella Nazionale ci sono difensori straordinari. Devo fare molto per meritarmi di farne parte. Ma ci credo fermamente”.

In cosa devi migliorare? “Mi piacerebbe avere l’aggressività di Antonio Rüdiger. Quando giocano contro di lui, gli avversari pensano prima del fischio d’inizio: “Oh no, oggi proprio non ne ho voglia.” Voglio riuscire a entrare anche nella testa dei miei avversari. Difendere un giorno insieme ad Antonio Rüdiger nella Nazionale sarebbe il mio sogno assoluto”.